ChatGPT è stato il grande tema di dibattito nell’ultimo periodo. Ma di cosa si tratta davvero? E come può essere utile in ambito business?
Dopo un primo iniziale picco di successo e la rapida sospensione imposta in Italia dal Garante della Privacy, con l’inizio di maggio ChatGPT è tornato disponibile nel nostro Paese.
Sono molti i professionisti che hanno iniziato ad affidarsi a questa tecnologia emergente, tanto che nel periodo di blocco sono nati alcuni tool alternativi a ChatGPT per rispondere alla crescente richiesta.
Ma che cos’è di preciso ChatGPT? Come funziona? E qual è la vera innovazione?
Lo abbiamo domandato a due esperti di SDG Group, Maurizio Sanarico, Chief Data Scientist, e Manuel Zambelli, Manager in ambito Data Science, che hanno raccontato ChatGPT in modo accessibile e lineare, offrendo spunti di utilizzo in ambito business e analizzando vantaggi e complessità dell’integrazione dello strumento nei processi aziendali.
“ChatGPT è un servizio di chatbot basato su GPT (Generative Pre-training Transformer), un algoritmo di apprendimento automatico utilizzato per generare testo. Ciò consente al chatbot di comprendere e rispondere alle domande dell'utente in modo naturale e coerente, offrendo una conversazione fluida e personalizzata” spiega Manuel Zambelli.
“Si tratta di uno strumento in grado di eseguire molti compiti differenti, dall’assistenza al supporto tecnico alla consulenza, a partire da domande (prompt) che servono ad indirizzare l’argomento. Ma non solo: posso anche scrivere codice in vari linguaggi, documentare codice scritto, rispondere a domande di cultura generale… le potenzialità sono molte” afferma Maurizio Sanarico.
Maurizio Sanarico: “La principale innovazione dello strumento è la sua estensione, basata su data set di training enormi. Inoltre, segnalerei anche la funzionalità di self-refining, che permette di migliorare risposte puntuali non corrette o imprecise, e l’architettura basata su transformer che garantisce un considerevole flessibilità. Il risultato è una copertura di argomenti molto vasta. Tuttavia si tratta di un sistema interpolativo, non può fare predizioni, inferenze o generazioni al di là dei dati usati per il training”.
Manuel Zambelli: “ChatGPT è senza dubbio una delle innovazioni più significative degli ultimi tempi, al pari dell'invenzione di Google e del suo successivo utilizzo su larga scala. Grazie alla sua avanzata tecnologia di elaborazione del linguaggio naturale, ChatGPT è in grado di comprendere e generare conversazioni complesse, andando a rivoluzionare il mondo delle interazioni uomo-macchina. In sintesi, ChatGPT è sicuramente un'impresa tecnologica che cambierà il modo in cui interagiamo con i computer e i dispositivi digitali”.
Maurizio Sanarico: “I primi tre esempi che mi vengono in mente sono la costruzione delle app in produzione, la realizzazione di chatbot altamente specialistici e la creazione di una pipeline dedicata a task specifici e basata su Large Language Model (LLMOps). Ma ce ne sarebbero sicuramente anche altri”.
Manuel Zambelli: “Io risponderei: 1) elaborazione di documenti redatti con codice tecnico; 2) la creazione di snippet di codice; 3) il reverse engineering di funzioni”.
Manuel Zambelli: “Esistono alcuni rischi relativi alla sicurezza dei dati dell'utente e alla riservatezza delle informazioni personali che possono essere fornite durante l'utilizzo dei servizi. È importante in questo senso che gli utenti prendano le precauzioni necessarie, ad esempio non condividere informazioni sensibili o personali durante l'utilizzo della chat e verificare la fonte e la sicurezza del servizio prima di usarlo”.
Maurizio Sanarico: “Il rischio risiede sempre nell’uso che gli uomini fanno degli strumenti: ChatGPT e tutti gli strumenti basati su LLM non sono intelligenti nel senso umano del termine, pertanto affidare loro decisioni che richiedono l’intuito, la capacità di giudizio e le caratteristiche dell’intelligenza umana può causare danni”.
Maurizio Sanarico: “Consiglierei in primis di valutare bene i pro e i contro, senza farsi abbagliare né dagli uni né dagli altri, ma pesandoli attentamente. Inoltre, è importante anche scegliere bene le persone a cui rivolgersi in una fase di eventuale integrazione, per non avere poi brutte sorprese”.
Manuel Zambelli: “Se dovessi dare un consiglio alle imprese che vogliono integrare ChatGPT nei loro processi direi di utilizzarlo come uno strumento aggiuntivo per i propri utenti, valutandone però attentamente i costi e i benefici fin da subito”.