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Sport Analytics: Chi Vincerà la Serie A? | SDG Group

Scritto da SDG Group | 26-giu-2023 17.26.28

Attraverso la piattaforma SAP Analytics Cloud, abbiamo analizzato i dati delle prime 17 giornate di campionato, chiedendo ai motori di Machine Learning e intelligenza artificiale di fare emergere gli insight più significativi

 

Nei giorni scorsi il Corriere della Sera, nella sua edizione online, ha dato spazio a un'analisi di SDG Group sui dati del campionato italiano di calcio, e in particolare sulle caratteristiche delle due protagoniste principali, Inter e Juventus.

 

L’analisi è stata realizzata attraverso la piattaforma SAP Analytics Cloud, utilizzando gli strumenti di Analytics impiegati abitualmente per l’analisi dei dati di business delle aziende. In particolare, abbiamo chiesto ai motori di Machine Learning e Intelligenza Artificiale di individuare correlazioni tra i dati e far emergere le evidenze più significative.

 

Abbiamo analizzato i dati delle prime 17 giornate di campionato, mettendoli a confronto con i dati dello scorso campionato, individuando le caratteristiche principali di ogni squadra, le differenze rispetto alla stagione precedente e provando a immaginare, in base ai numeri, come può evolvere la lotta scudetto più tesa e incerta degli ultimi anni.

 

Ciò che è certo è che si tratta di un campionato diverso dagli anni scorsi. Sicuramente più combattuto: un anno fa, dopo il successo sulla Roma alla diciassettesima giornata, la Juventus aveva 8 punti di vantaggio sul Napoli secondo. L’Inter, terza, seguiva di altri 8 punti. Sedici punti tra la prima e la terza, quest’anno la distanza si è ridotta a soli sei punti (con la Lazio che ha una partita da recuperare).

 

Sono cambiati i risultati e sono cambiati anche gli interpreti: Inter e Juve hanno un nuovo allenatore, mentre la terza piazza ha cambiato padrone, con la Lazio issatasi sul gradino di terza forza del campionato. Come sono cambiate le due squadre di vertice negli ultimi dodici mesi? Chi ha più chance di aggiudicarsi lo Scudetto? Riuscirà la Lazio a conservare la sua posizione di terza incomoda?

 

 

La prima evidenza è che i risultati sorprendenti ottenuti dalla Lazio nell’ultimo periodo sono frutto di una performance particolarmente positiva. Gli Expected Goals (indicatore statistico che calcola i goal che una squadra dovrebbe segnare o subire in base ai tiri che effettua o concede) dicono che la Lazio dovrebbe avere una differenza goal di +10, a differenza del +22 che ha messo insieme fino ad oggi. 

 

I 38 goal segnati sono superiori del 16,6% rispetto ai 33 presunti, mentre i 16 goal subiti sono il 26,6% più bassi dei 22 attesi. 

 

È probabile che nei prossimi mesi la squadra di Simone Inzaghi, per effetto del fenomeno di regressione verso la media, rientri verso uno standard di rendimento più allineato con le medie del campionato e con il potenziale espresso fino ad oggi.

 

Come sono cambiate invece Juventus e Inter con gli avvicendamenti tra Allegri e Sarri e Conte e Spalletti sulle rispettive panchine?

 

L’Inter è una squadra che segna molto di più (2,12 goal a partita, contro l’1,5 di un anno fa, una tendenza che se confermata vorrebbe dire 24 reti in più a fine campionato).

 

 

Il maggior numero di goal non dipende da un maggior numero di tiri verso la porta avversaria (il numero medio per incontro è rimasto praticamente invariato). È migliorata la qualità di quei tiri, la cui percentuale nello specchio è passata dal 59,77% al 70,63%.

 

 

L’Inter segna molto più su azione (1,35 a partita, contro lo 0,95 di un anno fa, il 42% in più) e su rigore (0,35 contro 0,21 a partita, il 66,6% in più). Praticamente invariati i gol su punizione e angolo. Sono aumentati in modo significativo i gol da dentro l’area (1,35 contro 1,13), a conferma della migliore qualità dei tiri che ha comportato un tasso di conversione più alto a parità di numero di tiri effettuati, ma anche i gol da fuori area (0,41 contro 0,16), e qui il coinvolgimento dei centrocampisti nella manovra corale di Conte ha avuto sicuramente il suo peso.

 

 

È interessante notare che se il numero di passaggi prima di un tiro si è ridotto (3,28 contro 3,47), segno di una manvora più verticale e più tesa alla ricerca della profondità, nelle azioni conclusesi con un goal il numero medio di passaggi è stato maggiore (l’Inter segna su azioni più manovrate della scorsa stagione).

 

 

Ultimo dato interessante sui tiratori: 3 dei 5 maggiori tiratori dello scorso campionato (Perisic, Icardi e Nainggolan) hanno cambiato maglia, a testimonianza di come la squadra sia cambiata, mentre nella stagione in corso 3 posizioni di questa classifica sono occupate da centrocampisti, conferma del maggior coinvolgimento corale portato da Conte. Da sottolineare anche l’impressionante score di Lukaku, che segna 1 goal ogni 4 tiri verso la porta avversaria.

 

Si dice e si scrive spesso che la Juve di Sarri non si sia ancora vista ma se guardiamo lo stile di gioco e l'impostazione della manovra in fase di possesso palla, si riesce a leggere bene il cambiamento: il numero di passaggi che coinvolgono centrocampisti e attaccanti è aumentato del 20% (il fraseggio tra centrocampisti è salito addirittura del 41%). Il possesso palla ed il numero di passaggi era alto anche con Allegri ma mentre nella passata stagione era un possesso con un baricentro basso che coinvolgeva spesso i difensori, ora la palla rimane alta, tra i piedi di centrocampisti e attaccanti.

 

Per quanto riguarda l'Inter, invece, la situazione è molto variegata: è cambiato il modulo di gioco, con il passaggio ai 3 difensori e alle 2 punte di ruolo, e se in generale il numero di passaggi è diminuito (da 487 a 434 passaggi a partita) è aumentata la densità a centrocampo e quindi anche il numero di passaggi in orizzontale tra Brozovic e le due mezzali (Barella e Sensi, Borja e Vecino). Il regista dell'Inter l'anno scorso aveva facili appoggi sulle punte laterali (Perisic e Politano) mentre quest'anno, oltre al fraseggio con i centrali difensivi mantiene il coordinamento della manovra (il 26% complessivo dei passaggi passa tra i piedi del regista croato) ma lascia spesso il compito del lancio sulle punte ai due laterali di centrocampo (Biraghi e Candreva soprattutto).

 

 

Mantenendo l'attenzione sui registi, la Juventus, pur non avendo cambiato formalmente modulo di gioco o stravolto i titolari, ha modificato la catena di trasmissione tra i reparti: se con Allegri era quasi matematico lo scarico a Pjanic (il 50% dei passaggi ricevuti dal regista juventino sono arrivati nella passata stagione dai difensori ed il 47% dei destinatari erano difensori), quest'anno il gioco possiede molte più alternative, potendo contare su una mezza punta come Dybala e fraseggi stretti tra centrocampisti e attaccanti che giocano di sponda.

 

Nell’andamento dei tiri, l’evoluzione della Juventus è stata opposta rispetto all’Inter: sono aumentati i tiri medi a partita e i tiri nello specchio (18,35 contro 16,13 e 11,82 contro 9,76), ma il numero medio di segnature è rimasto invariato (1,82 contro 1,84). La Juve di Sarri sembra raccogliere meno di quanto semina.

 

L’azione è più ragionata (il numero medio di passaggi prima di un tiro è passato da 3,76 a 4,23, mentre il numero di passaggi prima di un goal è passato da 2,93 a 3,65).

 

 

I tiratori più frequenti rimangono gli attaccanti, con Cristiano Ronaldo che conferma con regolarità impressionante il numero elevato di tiri per partita (4,65 contro 4,66) e il tasso di conversione di questi tiri in goal (0,59 a partita contro gli 0,55 dell’anno scorso).

 

 

La Juventus di Sarri si passa di più il pallone e crea più occasioni.

 

Dallo studio delle combinazioni più frequenti di passaggi, si evince come l’ex-allenatore di Napoli e Chelsea sfrutti meno la catena di sinistra, che con Allegri era la più utilizzata, sull’asse Chiellini – Alex Sandro – Matuidi – Ronaldo, e prediliga invece una manovra più avvolgente, che passa meno da Pjanic, presente solo una volta, e in ultima posizione, tra le combinazioni di passaggi che si presentano più frequentemente.

 

 

Chi vincerà il campionato? Difficile dirlo, possiamo solo osservare che mentre l’Inter sembra già aver espresso il massimo del suo potenziale, la Juventus ha ulteriori margini di miglioramento. I numeri non predicono il futuro (non sempre, perlomeno), ma di certo aiutano a capire il campionato e come questo sta cambiando.