L’emergenza pandemica ha accelerato l’adozione di nuovi strumenti digitali e modelli organizzativi: verso una nuova concezione di sicurezza sul lavoro
Parlare di sicurezza sul lavoro in questo 2020 ha assunto un nuovo significato: l’emergenza pandemica ha costretto tutte le imprese, anche quelle i cui dipendenti erano esposti a bassi livelli di rischio, ad adottare misure precise e stringenti per limitare la diffusione del virus e salvare i lavoratori dal contagio e, al tempo stesso, l’azienda da una chiusura forzata.
Secondo una recente indagine di InfoJobs su Lavoro e sicurezza, il 68,2% degli intervistati afferma che le nuove regole, come per esempio uso di mascherine, sanificazioni e divisione in turni, vengono rispettate, mentre per il 4,3% del campione il problema al momento non si pone perché è ancora in vigore il lavoro da remoto per tutta l’azienda. Rimane però un 15,6% che non si sente sicuro e sottolinea come non tutti rispettino le regole. A questo dato si aggiunge il fatto che il rilevamento della temperatura corporea, misura applicata come standard per l’accesso a spazi pubblici e uffici, non basta a scongiurare i pericoli e non è semplice verificare il reale stato di salute di dipendenti, clienti e visitatori.
Come fare, dunque, a limitare quanto più possibile l’esposizione al rischio e garantire la sicurezza dei sui loghi di lavoro?
Se, da un lato, le app di tracciamento consentono di avvisare sul potenziale pericolo una volta che il contatto con un soggetto positivo è già avvenuto, dall’altro è possibile misurare alcuni parametri che permettono di valutare con maggior precisione il rischio e gestire così gli ingressi in luoghi affollati alzando il livello di sicurezza. Va in questa direzione BackToWork, la soluzione sviluppata da SDG per garantire un ritorno al lavoro in sicurezza.
Si tratta di un esempio concreto di come la capacità di raccogliere dati e interpretarli in modo rapido e corretto possa rappresentare una risorsa importante per le aziende, che possono così riuscire a tutelare e garantire la salute dei propri lavoratori durante ma anche oltre l’emergenza covid-19. Stiamo andando verso una “Sicurezza 4.0”.
BackToWork: la soluzione di SDG per un’accurata valutazione del rischio
Back to work significa tornare al lavoro, ma anche tornare a “funzionare”. È innegabile che nelle imprese e nel sistema produttivo il Covid-19 abbia interrotto il normale andamento delle attività o quantomeno rallentato un ingranaggio che sembrava ben oleato.
Proprio per garantire una totale sicurezza nei luoghi di lavoro, ma più in generale anche in quelli di incontro, in SDG abbiamo lavorato a una soluzione che permette di controllare le condizioni di salute e monitorare gli ingressi o le uscite da aree specifiche. BackToWork, questo il nome della soluzione, permette di effettuare, con una semplice fotocamera, alcune misurazioni relative allo stato di salute, raccolte in circa 30 secondi e con accuratezza clinica, per controllare che le persone rientrino nei requisiti richiesti. Nessuna diagnosi, dunque, ma la possibilità di valutare con maggiore precisione il rischio, verificando in tempo reale alcuni parametri: saturazione ossigeno, frequenza, pressione sanguigna e livello di stress fisico.
La soluzione è personalizzabile sulla base di esigenze specifiche e permette di settare i parametri desiderati da ogni azienda. Inoltre, si integra al contesto e a eventuali sistemi già esistenti come per esempio quello di rilevazione del personale o di ingresso visitatori, offrendo così un sistema di controllo immediato che permette di segnalare tempestivamente potenziali situazione di rischio.
Si tratta di un sistema cloud-based in grado di migliorare, in modo rapido e semplice, l’efficienza delle aziende durante l’emergenza, ma utile anche oltre ad essa.
BackToWork è stato presentato da Massimiliano Silano e Luca Vicentini, rispettivamente Head od Advanced Business Analytics e Data & Cloud Architect di SDG Group nel corso di un webinar.
Guarda il video del webinar con laDemo di BackToWork
La sicurezza diventa digitale
L’emergenza Covid-19 ha accelerato l'introduzione di nuove tecnologie, processi e modelli organizzativi. Questo è valido anche per il mondo della sicurezza sul lavoro, con impatti che non riguardano solamente la cybersecurity, ampiamente sollecitata dal lavoro da remoto e dall’estensione della superficie di attacco (con sempre più dispositivi collegati a sistemi aziendali), ma anche la salute.
Industria 4.0 e Digital Transformation passano anche da qui. È chiara, infatti, la necessità di svincolare i processi di sicurezza da libri e manuali cartacei, rendendoli così più facili da raggiungere (rispondendo all’obbligo di informazione in materia di sicurezza, disciplinato dall’articolo 36 D.Lgs. 81/2008), da attuare e da aggiornare, sulla base dei molti dati che oggi siamo in grado di raccogliere e analizzare.
Verso una sicurezza Data-Driven
Ci stiamo dirigendo sempre più verso una cultura Data Driven del lavoro, che deve mantenere al centro sicurezza e salute dei lavoratori. Attraverso sistemi di intelligenza artificiale e metodi avanzati di interazione uomo macchina la ricerca sta investendo su soluzioni tecnologiche che permettano la misurazione dello stato emotivo, motivazionale, cognitivo e di salute del lavoratore, grazie alla raccolta di dati fisiologici. Tra questi, per esempio, il riconoscimento vocale, la gestualità, tracciamento oculare, dati elettroencefalografici, frequenza cardiaca e pressione sanguigna. La registrazione di tutte queste informazioni è sempre più facile e immediata, anche grazie all’impiego di sistemi IoT: i dispositivi di protezione individuale dei dipendenti possono così trasformarsi in strumenti “intelligenti” in grado di raccogliere dati e fornire feedback costanti, migliorando la sicurezza dei lavoratori e tutelando la loro salute.
A partire da queste informazioni è possibile creare modelli predittivi, in grado di calcolare l’esposizione al rischio, o comprendere più nel dettaglio cosa sia successo in caso di incidenti o problemi nel passato, in modo da consentire un miglioramento di processi, politiche e strumenti. Questo grazie ad Advanced Analytics, che permettono di utilizzare dati, algoritmi statistici e tecniche di machine learning per individuare la probabilità di pericoli futuri per i dipendenti, governando così il rischio in modo più consapevole ed efficace.
I dati messi a sistema possono dare vita a strumenti personalizzabili: dei cruscotti intelligenti o vere e proprie piattaforme che permettono ai decision maker di definire nuovi regolamenti all’interno dell’azienda, monitorare la situazione in tempo reale o suggerire nuovi standard internazionali: va in questa direzione la piattaforma interattiva per la valutazione dei rischi online realizzata dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro.
Fondamentale, infine, sarà il tema dell’interoperabilità delle diverse applicazioni e il modo in cui comunicheranno e condivideranno i dati anche al di fuori della sede di lavoro. Su questo tema specifico, in relazione in particolare all’emergenza Covid, si è interrogato anche il World Economic Forum all’interno di un White Paper scaricabile qui.
Sicurezza 4.0, oltre la pandemia
Negli ultimi mesi abbiamo capito quanto sia importante digitalizzare processi e servizi e quanto i dati possano essere uno strumento fondamentale per i decisori, siano questi politici o all’interno dell’azienda, per fare scelte consapevoli e informate.
Tutto questo, però, è valido anche oltre l’emergenza Covid-19 ed è importante non arrestare un processo che sembra aver finalmente iniziato a trasformarsi in realtà.
La sicurezza di lavoratori e luoghi di lavoro può beneficiare della rivoluzione tecnologica: BackToWork va proprio in questa direzione e rappresenta una soluzione flessibile e implementabile. In questo momento, infatti, è impostata per raccogliere e analizzare informazioni utili a rilevare il livello di rischio relativo al Covid-19 e la conseguente esposizione al contagio, ma in futuro potrà essere aggiornata con ulteriori misurazioni che permetteranno il monitoraggio della salute di dipendenti e visitatori anche dopo che questa emergenza sanitaria sarà finalmente alle nostre spalle.